Presso la sede dell’Istituto Italiano Accademia Italia, il giorno 13 dicembre 2017, si è svolta una importante conferenza che rappresenta e suggella, implicitamente od esplicitamente, gli accordi internazionali inerenti i rapporti tra la prestigiosa accademia di lingue Istituto Italiano e la Cina, nelle sue rappresentanze istituzionali, che rientrano nel grande progetto del programma Marco Polo – Turandot.

L’incontro ha funto anche da presentazione e prologo del nuovo anno accademico di corsi di Istituto Italiano, alla cui conferenza, oltre alla presenza del pubblico di nutrita schiera di delegazione dalla Cina, ha presenziato il direttore dott. Michele Russi, che ha introdotto l’incontro, ed un’équipe di alta rappresentanza costituito dalla Console Generale aggiunta Zhou Haiyan, il Console Yan Jinlin, e gli addetti consolari Yu Lengyang e Lyu Hailan.

La conferenza è una delle tappe di espansione e interoperabilità della Scuola, che lavora costantemente nell’aggiornamento delle tecniche di insegnamento, fruendo al contempo dell’eredità delle metodologie di insegnamento tradizionale classico e utilizza anche il coinvolgimento degli studenti mediante l’arte e la bellezza storica di una delle città più importanti per la lingua italiana: Firenze.

L’attenzione mostrata dalle autorità di rappresentanza istituzionale della Cina lasciano trasparire il peso dell’Istituto, determinato dall’impegno e dal lavoro svolto, anche in una luce di ampia apertura e collaborazione verso l’Oriente, con proficue attenzioni, studi e strategie di interazione e comunicazione.

Conference between Istituto Italiano and China delegation

Grazie al lavoro svolto, si evince l’attenzione dell’Est, sempre più presente nel panorama culturale ed accademico italiano. Entrambe le nazioni hanno un ricco e complesso sviluppo letterario, culturale e linguistico, con evidenti differenze, che non possono che arricchire entrambe le culture nazionali negli interscambi e nei processi di studio.

Senza considerare l’importanza capitale che ha oggi l’interscambio di processi, cultura e commercio tra i due Paesi. Da una parte l’Italia, fulcro nel bacino mediterraneo fra le nazioni e circondata dai mari, con un’antichissima civiltà mediterranea che eredita dalle Repubbliche Marinare, da una lunga serie di antichi regni e dall’impero dell’antica Roma, dall’altra parte il colosso cinese, anch’esso di profonda e remota evoluzione storica ed oramai grande potenza nell’affollato gioco di politiche e di commercio planetario.

Non si può ignorare il fatto che il paese del Sol Levante abbia di recente superato gli USA nel traffico import/export con l’Europa (la Germania da sola ha raggiunto i 180 miliardi di dollari di export con la Cina).

Proprio per questa ragione i passi svolti in tale direzione assurgono a sempre maggiore importanza per le comunicazioni e le correlazioni tra i due Paesi, e non è un caso che le domande di traduzioni e interpretazioni fra le due lingue siano sempre più richieste e rappresentino perfino solidi sbocchi anche nelle carriere personali.

Questo discorso è da inquadrarsi con il background del recente Forum dell’Internazionalizzazione del Made in Italy, che questo novembre era proprio volto a tendere la mano alla Cina, come dimostrano una serie di iniziative aperte, nonché le azioni e le agevolazioni fiscali della Camera di Commercio Italo-Cinese e le collaborazioni multiple e reciproche esposte anche dalla Fondazione Italia Cina.

Istituto Italiano and China delegation conference

Alla luce di quanto sta accadendo, non si può ignorare la direzione di internazionalizzazione e l’importanza rivestita da istituti come Istituto Italiano sul fronte di questi impegni culturali (e linguistici) reciproci. Sì, reciproci. Perché, se da un lato l’Italia investe sempre più nel Paese dagli occhi a mandorla, e si apre sempre maggiormente in tema accordi e interazioni sia sul territorio nostrano e sia estero (anche il Presidente della Repubblica Mattarella ha voluto visitare la Cina quest’anno), viceversa, anche la Cina mostra sempre maggiore interesse per lo Stivale, aprendo un numero sempre maggiori di iniziative di investimento nel Bel Paese e mostrando anche culturalmente la maturità della nuova apertura – uno fra tanti esempi: è proprio del giorno 19 dicembre 2017 la notizia dell’abolizione del bando delle carni bovine dalle Autorità Cinesi, oltre ad una serie di nuovi accordi economici e di collaborazione, siglati per stabilizzare punti produttivi e commerciali da parte degli Orientali nel nostro Paese, ai quali si confà perfettamente la linea del citato programma Marco Polo – Turandot e le linee di Istituto Italiano.

Non dimentichiamo che la visione cinese dell’Italia – come emerso dal China Day 2017 – è incentrata sulla storia millenaria, per la cultura, per il cibo, per la moda, e per il calcio.

In base a quanto specificato è chiarissima l’importanza rivestita dai preziosi istituti linguistico-culturali che offrono prezioso supporto nodale alla base della comunicazione. E Istituto Italiano è non solo specializzato e volto con grande vigore e mano tesa verso la Cina, ma nasce e continua a svilupparsi proprio nella città che ha più interesse in assoluto in base alla visione e gli interessi del Paese Orientale.

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